Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
martedì 23 dicembre 2014
L'estremista e i perdenti
Tante notizie di sabotaggi e attentati, compiuti da individui isolati o comunque marginali, ci ricordano la straordinaria attualità di un piccolo e prezioso scritto di Hans Magnus Enzensberger: Il perdente radicale (titolo originale: Schreckens Männer. Versuch über den radikalen Verlierer), pubblicato per la prima volta nel 2006; ancora troppo poco conosciuto e poco letto, da certe nostre elite, poco preparate e troppo poco disponibili all'ascolto.
Il radicale di cui parla il libro è uno sconfitto politico, un estremista distruttivo e auto-distruttivo.
Una società aperta, coesa e solidale, non sarà mai totalmente al riparo dall'azione disperata di questi estremisti solitari, ma neanche sarà mai messa seriamente in pericolo da essa, ricordiamolo.Questo non ci deve ovviamente tranquillizzare, anzi, ci deve far ricordare che per mantenere una società aperta, coesa, solidale, occorre ritrovare la via della giustizia.
I piccoli, i disabili, i diversi, gli umili, devono poter dire la loro ed essere ascoltati.
Essi sono la pietra d'inciampo per chi semina inutile violenza, ma anche per chi si illude che tutto possa continuare così come ora.
La cronaca di questa vigilia di Natale ci fornisce un altro esempio emblematico: la violenza dei sabotaggi contro le opere faraoniche della TAV rispecchia la violenza di una realtà in cui la persona handicappata in sedia a rotelle il treno non lo riesce proprio a prendere.
Non giustifichiamo la prima, ma non vogliamo restare inerti nemmeno di fronte alla seconda.
Non si può far finta di nulla, di fronte al dilagare del profondo rancore contro le opere inutili e contro la sordità dei potenti, da parte di un popolo impoverito, delle classi marginali, delle periferie abbandonate.
Gli estremisti sono ancora pochi, ma i perdenti della nostra società ingiusta sono invece parecchi. Passare da essere perdenti a essere estremisti è un attimo!
Abbiamo diritto a un mondo più equo, dove ci sia garantita una dignità, dove contiamo qualcosa, dove possiamo decidere anche noi, dal basso, quanto e come spendere.
Non solo perché è giusto, ma perché - attenzione - è l'unico mondo che può funzionare.Buon Natale!
Auguri!
Prepariamoci a cambiare!
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