Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

giovedì 7 marzo 2013

Bersani, una fine o un inizio?

Sono stato così temerario da voler seguire via web un po' di interventi della direzione nazionale PD di ieri. Davvero desolanti, la maggior parte di essi. Segnalo, in proposito, la brillante riflessione del mio amico Giovanni Fontana e le fulminanti riflessioni su Facebook di Tommaso Ciuffoletti.
Ci sono da salvare gli interventi di chi, come Gentiloni, ha sommessamente ricordato che la proposta di abolire il finanziamento pubblico ai partiti non è eludibile, e dei pochi, fra cui D'Alema, che hanno ricordato che le forze che devono parlarsi, in questa XVII legislatura, sono tre: PD, PDL, Movimento Cinque Stelle.
Dei toscani salvo solo Claudio Martini, che mi è parso uno dei pochi a rendersi conto che le cose che si possono davvero fare, prima di tornare al voto, sono davvero pochine e che bisognerebbe avere il coraggio di entrare nei dettagli.
Brava la Puppato contro le burocrazie che fanno affondare il paese, ma un po' ingenua nel suo riferirsi alle possibili convergenze con gli eletti Cinque Stelle.
Bersani, che peraltro continuo a considerare il primo candidato a guidare un governo di minoranza che in pochi mesi ci riporti al voto, andrà a sbattere, se si continua a ignorare la necessità di una discontinuità immediata rispetto al finanziamento della casta, da una parte e dall'altra, se si continua a voler far finta che non occorra anche la corresponsabilizzazione del PDL. Al Senato la non sfiducia per far entrare in carica un governo di minoranza, va chiesta a tutti.
A questo proposito, posso permettermi di chiedere, per esempio, come si potrebbe fare una riforma elettorale uninominale senza o contro il PDL? Gli eletti a Cinque Stelle, lo ha lugubramente ricordato ieri sera uno dei loro esponenti più infervorati, Alfonso Bonafede, sulla Sette, parlando con Lilli Gruber, non hanno alcuna idea in materia elettorale, se non quella di un ben triste ritorno alle vecchie preferenze all'italiana.

Dalla padella nella brace!
Una buona cosa che sembra già emergere con chiarezza nel PD c'è: presto saranno riconvocate le primarie, in vista delle prossime elezioni.
Matteo Renzi ha il diritto di riprovarci.








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