Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

lunedì 3 settembre 2012

Manca il territorio


Ricevo e rilancio una bella lettera di Oscar Giannino, che spiega con notevole chiarezza morale e politica il punto a cui è arrivata l'idea di costruire una grande lista civica nazionale per le elezioni politiche del 2013, un "fronte per la crescita", costruito attorno alle intelligenze e alle generosità raccolte da Italia Futura, in collaborazione stretta con molte altre realtà civiche e civili, a partire dal movimento Fermareildeclino.it promosso dallo stesso Oscar Giannino.
Dico subito che mi piacciono i contenuti, il tono, le prospettive di questa lettera, e che appoggio l'idea di una lista civica nazionale che promuova un drammatico ma necessario cambio generazionale nelle elite politiche e burocratiche di questa nostra povera repubblica.
Mi permetto di osservare però che manca qualcosa.
Mancano i territori e le città, in questi ragionamenti che leggo, da parte degli intellettuali e dei promotori di questa nuova iniziativa politica nazionale, popolare e liberale.
Mi piace sentir parlare di una grande consultazione popolare per designare un premier capace di guidare un "fronte per la crescita", ma è ora di discutere anche, insieme, su come i territori e le città, potranno partecipare concretamente alle scelte programmatiche, alla indicazione dei candidati, alla sintesi delle nuove regole.
Sono i territori che devono finalmente dire la loro, sul completamento della transizione italiana da repubblica d'impronta centralista e partitocratica, a repubblica federale integrata con l'Europa.
Sono le città e le regioni che hanno il diritto di eleggere, localmente, i commissari che dovranno mobilizzare la grande manomorta pubblica, per abbattere il debito nazionale e quelli locali.
Sono i comuni e le comunità locali che devono vedersi conferire tutta l'autonomia impositiva necessaria per gestire l'austerità, ma anche per trovare alternative concrete all'austerità permanente.
Non ci crediamo alla salvezza centralizzata dell'Italia.
Non è mai venuto nulla di durevolmente buono, all'Italia e agli Italiani, dalle centralizzazioni. E continuiamo a non fidarci di elite politiche nazionali - ma anche europee e internazionali - che continuano a parlare di crisi dell'Euro, mentre siamo di fronte a una drammatica e storica crisi dei debiti pubblici. Che non può essere risolta centralmente, ma solo localmente, laddove ci sono le risorse pubbliche da valorizzare, le persone e le idee da liberare.



* * *




Oscar Giannino spiega i contenuti dell'incontro tra Fermare il declino e Italia Futura: prinicipi, modalità, tempi, leadership e prossime iniziative.

Fermare il declino e Italia Futura: le ragioni e le modalità della collaborazione



Cara amica, caro amico,
Come forse hai letto sul nostro sito o sugli organi di stampa che ne hanno parlato, sabato si è tenuto a Roma un incontro tra Fermare il declino e Italia Futura, presso la sede nazionale di IF: loro hanno uffici e personale retribuito, sono in pista da due annni e mezzo. All'incontro hanno partecipato per Fermare il declino, oltre ai fondatori presenti in Italia, anche i rappresentanti di alcune delle associazioni che si sono finora riconosciute nel nostro manifesto e programma, come Zero+, Civicum, Costituente liberale, Fondazione Oltremare, Indipendenti per Monti. L'incontro nasceva dalla comune esigenza di verificare la possibilità di  un'agenda il più possible comune, politica e organizzativa, che tenga conto dei tempi estremamente ristretti nei quali ci dobbiamo misurare, per verificare quali esiti e sviluppi dare alla nostra iniziativa.
È vero che la prima linea di Italia Futura si è riconosciuta nel nostro appello e programma. E che in talune parti d'Italia tra i nostri aderenti nelle prime settimane vi sono anche sostenitori di Italia Futura. Ma è altrettanto ovvio che il loro essere campo da due anni e mezzo con proprie risorse, presenze e agenda, poneva il problema di una immediata verifica operativa che sgombrasse il campo da ogni equivoco, mettesse a fuoco convergenze o margini di dissenso, ed elaborasse bozze di organi e procedure per strutturare da subito processi decisionali e un metodo di lavoro davvero condivisi.
Per questo io stesso ho proposto a inizio dei lavori un ordine del giorno in tre punti. Primo: organi e procedure di lavoro, politici organizzativi e programmatici. Secondo: valutazioni politiche sui tempi e i modi dello sviluppo della nostra iniziativa. Terzo: quali criteri seguire per l'estensione ulteriore del nostro movimento, ad associazioni, espressioni civiche, ma anche pezzi ed esponenti di politica locale in uscita dai vecchi partiti e coalizioni.
Ho premesso a tutto ciò una considerazione che ha una importanza essenziale, e che desidero qui ribadire con grande chiarezza a tutti, a maggior ragione vista la lettura che il Corriere della sera ha voluto proporre ieri del nostro incontro.


È ovvio che tra non molte settimane - stante che l'ipotesi realistica è che le elezioni politiche saranno tra fine marzo e metà aprile - quando dovremo tirare le fila dello sviluppo futuro di Fermare il declino, l'indicazione di una leadership sarà parte essenziale di una proposta credible per il Paese. Ma, ho aggiunto, quello che è chiaro è che non ci sono leader "in sonno" già decisi e che aspettano solo che altri lavorino per poi cavalcare l'onda: nè Montezemolo, nè Marcegaglia, nè altri. Quando sarà il momento la decisione sarà presa e saranno gli aderenti a votare e scegliere tra le candidature con le primarie.
Con questa inequivoca dichiarazione nostra gli esponenti presenti di Italia Futura si sono dichiarati d'accordo. E qui desidero ribadirlo a voi tutti, soprattutto ai molti che in rete e per mail ci hanno legittimamente chiesto conto di quella che per il Corriere stamane era invece solo una mera tattica per tirare la volata a un candidato leader già scelto. Non è così: come sempre abbiamo detto e come ieri con noi ha convenuto chi rappresentava Italia Futura.
La discussione sui tre punti è durata circa quattro ore. E ha prodotto i seguenti risultati.
Sul primo punto, è stato deciso senza particolari problemi di costituire tre comitati ristretti da porre al lavoro al più presto: un comitato politico, e al di sotto un comitato organizzativo e uno programmatico. Il comitato politico nasce attualmente come espressione di Fermare il declino e Italia Futura, per poi allargarsi in caso di auspicate nuove estensioni della nostra rappresentanza a soggetti civici, associazioni culturali e movimenti. Al comitato organizzativo spetta l'immediata attivazione della messa a matrice comune delle nostre presenze in tutte le Regioni, Province e Comuni dove sia possibile, e il coordinamento delle attività di adesione e sostegno alla nostra iniziativa.
Al comitato programmatico l'indirizzo prioritario dei punti del programma da approfondire ed estendere, a cominciare dai temi del lavoro, condizione femminile e giovanile sui quali molti degli intervenuti hanno puntato il dito, per sventare il rischio di apparire come una formazione a caratterizzazione solo macroeconomica. Numerosi interventi hanno risollevato un punto che torna in rete e sui social network ogni giorno: com pensarla su questo e su quello.
Noi restiamo fedeli all'idea che partiti e movimenti con una linea definita su ogni cosa siano un retaggio delle vecchie chiese. Nasciamo su alcune priorità per invertire il declino italiano, riconosciamo che dobbiamo perfezionare profondità ed estensione delle nostre proposte su alcuni temi, ma non ambiamo a diventare produttori di linea per ogni voce dell'ecnciclopedia.
Sul punto due, la discussione ha toccato a lungo il giudizio sul governo Monti. Le sensiblità erano e restanto diverse. I fondatori di Fermare il declino riconoscono a Monti uno stance internazionale che il predecessore non poteva neppur sognarsi, ma ritengono che il governo Monti non abbia scalfito le pessime prassi della PA italiana che sommate alla cecità della politica hanno condotto al declino italiano. Gli esponenti di Indipendenti per Monti hanno ribadito che tuttavia l'offerta attuale della politica consiglia di restare a difesa attiva di Monti oggi, e pronti a sostenerlo anche un domani se presenti in Parlamento. In posizione mediana IF, convinta dell'inopportunità di apparire come nemici del premier, mentre diverso è criticare anche pesantemente errori dei suoi ministri.
Sul punto tre, il radicamento territoriale e l'apertura verso l'inclusione di nuove associazioni e movimenti dovrà portare a "filtri" nei confronti di pezzi di vecchia politica e amministratori locali che si avvicinassero a noi. Regole formali scritte e precetti validi per tutti non possono essere facilmente identificati, l'esame della crediblità personale e collettiva andrà fatto caso per caso, alla luce dei punti del nostro manifesto e del programma.
A conclusione dei lavori, esaminato il presumibile calendario elettorale, la decisione finale è stata di tenere una grande convention a inizio novembre, nella quale sciogliere defitivamente il dilemma intorno alle modalità della piattaforma politica con la quale lanceremo una proposta nuova al Paese, programmatica e di cambio di classe politica e dirigente. Non serve un partitino nuovo. L'essenziale è capire se e come saremo in condizione di presentare liste e candidati in coerenza a ciò per cui siamo nati e che ci unisce, alla luce anche di quella che sarà l'eventuale riforma elettorale. E a quella data, in una manifestazione che potrebbe unire due luoghi evocativi del lavoro e della cultura a nord e a sud collegati via satellite, dovrà ovviamente essere sciolto anche il problema della leadership.
Cari amici, come vedete si tratta di un pecorso molto impegnativo. Il tempo è poco, le nostre risorse sono ancora troppo limitate. Ma se in quattro setimane di agosto ventimila hanno aderito, ora si tratta di di moltiplicare l'impegno di tutti per accresere le adesioni. I coordinatori di cui stiamo annnciando la nomina nelle diverse Regioni non sono al vertice di gerarchie nè eligendi a questa o quella assemblea politica, sono volontari tra volontari tra volontari che accettano di iniziare a organizzare e focalizzare presenza e iniziative degli amici. Servono in particolare da subito due tipi di eventi, localmente. Incontri anche conviviali finalizzati al fund raising, estesi a non aderenti, con la partecipazione di uno di noi che illustri brevemente le prorità che qui trovate. E vere e proprie presentazini pubbliche della nostra iniziativa, del suo programma, delle sue intenzioni di rimettere in piedi l'Italia senza più cadere trappola nè delle vecchie promesse dei partiti, nè della nuova seduzione della pura protesta.
C'è molto, moltissimo da fare. E lo faremo su base volontaria. Continuando a potenziarci nella comunicazione, dove siamo solo agli inizi. E nel web, dove già siamo un poco più avanti, con oltre 10 mila like al sito. Ma l'obiettivo alla nostra portata deve essere quello di arrivare oltre quota 50 mila nel giro delle prossime sei settimane, con un fund raising appropriato a sostenere le nuove iniziative che annunciamo.
Contiamo su ciascuno di voi, sul vostro entusiasmo, sulla vostra disponibilità a metterci faccia, tempo e credibilità. Come noi tutti facciamo..
Fermiamo il declino, 
Oscar Giannino 

* * *

Altre due letture interessanti sulle possibilità che si aprono per Italia Futura:
- Possibili sinergie con i giovani di Zero Positivo
- Un importante intervento di Luca Ricolfi sulle prospettive elettorali di una lista civica nazionale


 

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