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venerdì 27 maggio 2011

Insistiamo sull'uninominale in Toscana

Il Tirreno di venerdì 27 maggio 2011 ospita a pagina 13 un altro mio intervento in favore della riforma elettorale in Toscana, stimolato dalle emozioni e dalle energie che sempre si liberano con l'elezione diretta dei sindaci.

L'intervento integrale è disponibile sul Tirreno on line e in calce a questo post.


Continuo a sostenere il sistema uninominale, sia pure con una correzione proporzionale. Insisto sul fatto che, se il governatore Rossi, la maggioranza di centrosinistra, i volenterosi del centro e del centrodestra, mantenessero l'impegno preso, la Toscana non solo confermerebbe la qualità del proprio sistema politico locale, ma darebbe un segnale di speranza alla politica nazionale.

Questo è il momento giusto per un compromesso alto fra la grande tradizione anglosassone e la politica toscana, superando le liste bloccate senza tornare indietro alle vecchie e impresentabili preferenze all'italiana.

Aiutatemi in questa campagna, perché l'uninominale in Toscana è possibile! 


* * *

Riproduzione dell'articolo integrale, dal sito del Tirreno:


Una riforma elettorale per la Toscana: l'uninominale

di Mauro Vaiani

L’elezione diretta dei sindaci, specialmente nei comuni dove si sono tenute convention e primarie per scegliere i candidati finali, ha riproposto all’opinione pubblica, ancora una volta, la bellezza, la chiarezza, la semplicità dell’elezione uninominale. In una elezione uninominale, in un territorio ristretto, in poco tempo, spesso attraverso un incontro diretto e reale in piazza e non solo attraverso il filtro di vecchi e nuovi media, gli elettori sovrani hanno la possibilità di mettere a fuoco la statura umana, oltre che politica, dei candidati.

Spesso l’opinione pubblica si polarizza attorno ai più importanti in modo prevedibile, ma non mancano gli outsider, i terzi incomodi, gli elementi di sorpresa e, talvolta, di speranza. Approfittiamo dell’interesse popolare per queste importanti - e sempre più imprevedibili - elezioni locali, per sottolineare, ancora una volta, il grande significato storico e politico di questo tipo di competizioni in stile anglosassone. Ci permettiamo di ricordare che proprio sul collegio uninominale potrebbe essere basata la prossima riforma elettorale toscana, quella che è stata promessa dal governatore Rossi, dalla maggioranza di centrosinistra, con la disponibilità dei centristi ma anche di singoli esponenti del centrodestra toscano.

La base di compromesso, tra forze grandi e piccole, fra poli esistenti e nuovi in formazione, potrebbe essere una legge elettorale uninominale ispirata a quella con cui si eleggeva il Senato prima del Porcellum. In quel sistema, oltre ad assegnare i seggi ai vincitori di ciascun collegio, si eleggeva una quota importante di candidati, scelti fra i migliori piazzati, fra quelli espressi dalle forze minori. Si tratterebbe di un compromesso onorevole fra la grande tradizione anglosassone dell’uninominale e la storia politica toscana, evitando il disastroso ritorno delle vecchie preferenze all’italiana.

Si continuerebbe a incoraggiare l’aggregazione in grandi partiti popolari, senza costringere le forze minori a irregimentarsi in un bipolarismo forzato. In ciascun collegio sarebbero possibili delle primarie, che le diverse aree politiche potrebbero anche celebrare insieme, con modalità comuni, sancite da uno statuto pubblico dei partiti. Ci sarebbe un recupero netto di sovranità popolare, un rapporto più diretto fra i territori e i loro rappresentanti, il ritorno a una più sana competizione politica e a una selezione dal basso della classe dirigente. Tutte cose di cui abbiamo bisogno da sempre e che da sempre sono auspicate in modo bipartisan.

Sì, è necessaria un’altra riforma elettorale. La Toscana deve farla, per confermare la qualità del proprio sistema politico locale, e anche per dare un segnale chiaro, di speranza, alla palude politica nazionale.





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